giovedì 6 marzo 2014

De bello stultorum

Se c'è una cosa che mi è sempre piaciuta dell'Internet sono le citazioni sugli stupidi, che fioccano come i congiuntivi errati nella casa del Grande Fratello e offrono all'utente medio un'occasione d'oro per dare sfogo alla propria vena da radical chic. Gli stupidi non hanno nome, sesso, nazionalità, etnia, religione: gli stupidi sono una categoria dell'umanità in cui tutti, almeno una volta, si sono imbattuti. Gli stupidi sono tali e tanti perché per ciascuno la stupidità ha caratteristiche differenti, cosicché ognuno ha i suoi nemici personali da annichilire. Ma diffondere citazioni che parlano degli stupidi, ovviamente disprezzandoli, significa certo non inserire sé stessi in quella cricca di reietti dell'umanità: tuttavia una di queste citazioni, la mia preferita, dice che gli stupidi non sanno di esserlo. Risulta dunque chiaro che fra tutti coloro che si considerano emancipati da tale abietta condizione umana si nascondono gli stupidi stessi, sempre ammesso che questo genere d'esseri dai contorni così sfumati ma dal carattere così marcato... esista davvero. Nessuno di noi, ovviamente, si considererebbe stupido. Abbiamo una tale stima di noi stessi da inserirci automaticamente nella classe dei migliori (se dico "italiano medio" come minimo rischio di incrociare gli sguardi di gente che sta per ficcarsi due dita in gola), di quelli che hanno già capito tutto e che purtroppo devono soffrire la presenza di certi beceri individui che sono capaci di rovinare questo pianeta semplicemente esistendo. Oh, avanti, chi non ha mai maledetto in vita sua il suffragio universale evitando accuratamente di menzionare soluzioni alternative, oppure avanzando proposte che non stavano né in cielo né in terra? Nessuno, credo. Ma suppongo che in pochi abbiano provato a mettersi nei panni dell'altro, a scambiarsi i ruoli, a cercare di capire come una determinata cosa potesse apparire agli occhi di qualcuno che al riguardo ha un'opinione diversa dalla propria. In un mondo in cui non esiste la verità assoluta, avanza incontrastato il relativismo e Internet livella tutte le campane, è ancora giusto parlare di torto o ragione e non di opinioni contrastanti e basta? È vero, esiste la verità oggettiva, e se qualcuno la nega allora è oggettivamente stupido: cosa pensereste di uno che nega che il cielo sia blu? Che è stupido. Cosa pensereste di più persone che pensano che il cielo non sia blu? Che sono stupidi anche loro. Ma ora provate ad immaginare che l'oggettività e il comune pensiero del vostro tempo preveda che sia il Sole a girare attorno alla Terra e poi arrivino uno o più tizi a dire il contrario. Avreste pensato che fossero loro ad essere gli stupidi, eh?
C'è chi ha detto che la stupidità è la culla della cattiveria, chi ha ironizzato sulla sua opprimente ed universale presenza, chi l'ha liquidata non aria di sufficienza. Nessuno, tuttavia, si esime dal dire la sua. Credo che implicitamente ognuno di noi senta l'istintivo bisogno di rimarcare la differenza tra sé e gli individui "stupidi", o meglio, fra sé e la fazione avversaria, rispolverando una specie di atavica concezione della civiltà che si oppone alla barbarie, una sorta di Grecia contro Persia del futuro. Dimenticando però che i Persiani non erano barbari, erano semplicemente diversi.

N.B. Come ogni regola, anche questa ha la sua eccezione: quanto detto prima non si accorda infatti con la persona che risponde al nome di Flavia Vento. Quella è stupida e basta.

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