venerdì 11 aprile 2014

De genere feminarum

Non guardo da secoli la televisione per motivi puramente logistici, ma da quando ho saputo che a quanto pare erano riusciti a trascinare la Rodriguez fuori dal baratro oscuro nel quale stava inesorabilmente e meritatamente sprofondando per farle condurre un nuovo programma non ho resistito. Volevo vedere cosa si sarebbero inventati stavolta. E le mie aspettative non sono state deluse: da una come quella non mi farei insegnare nemmeno come ci si pulisce le chiappe dopo aver svolto determinate funzioni proprie dell'apparato escretore, s'intende, figuriamoci accettare consigli di stile e addirittura cambiare personalità, ma mi serviva qualcosa di palesemente idiota per sdrammatizzare la tensione accumulata nei giorni precedenti. Specifico subito di avere una passione segreta per i programmi trash: sono così stupidi, ma così stupidi che mi fanno crepare di risate. La mia preferenza va a quelli sui matrimoni, soprattutto se realizzati in Inghilterra, tra fiumi di alcool e bizzarrie d'ogni sorta (del resto, guardare certa roba con le amiche è effettivamente una valida alternativa alle sbronze olimpiche). Per Giunone Regina, ma come diamine si fa a sposarsi in una piscina olimpionica? In un centro commerciale? In un museo delle scienze? Su una giostra estrema? Boh. Ma soprattutto... come puoi anche solo pensare di noleggiare l'abito da sposa? Ma che c'hai le pigne in testa? Che ti fumi, bello de mamma? Insomma, anch'io ho il mio punto debole: del resto non si può vivere di soli documentari e film d'annata. E sinceramente pensavo che il programma dell'argentina rediviva sarebbe finito ad ingrossare quel genere di schiere, (quasi) dichiaratamente finte e volutamente artificiose, dei programmi trash. E invece no. La shatushata fa sul serio. Dannatamente sul serio. E rigira la prima vittima da cima a fondo come un calzino: si tratta di una ragazza coi capelli tinti di rosso fuoco, che veste sempre di nero e che tutto sommato ha un'aria un po' rockettara ma niente di esagerato. E sfortunatamente le piace un ragazzo a cui lei e il suo look non interessano: è proprio per questo che si è rivolta all'oriunda della Terra del Fuoco (sposata invece all'indigeno della più triste Terra dei Fuochi), la quale, anziché consigliare come combinare il suo stile con uno più classico per poter magari avere una possibilità di attirare le simpatie del giovine, le rivolta l'armadio da cima a fondo al grido di OVVOVE! e la concia da bambolina dopo averla dileggiata in diretta nazionale con la collaborazione di due giovani esemplari maschili di homo sapiens (anche se forse sarebbe meglio dire homo insipiens) della Milano bene che dicono di trovarla aggressiva soltanto perché lei ha dichiarato di aver viaggiato molto, di conoscere bene l'inglese e il turco e di essere intraprendente. Ma, dulcis in fundo, i due lo ammettono apertamente: non amano le ragazze intelligenti. A loro, cito testualmente, piacciono quelle un po' tontolone: a loro piace vincere facile, ponziponzipopopò! Non mi interessa scrivere un pippone di stampo femminista sull'impatto di un tale prodotto televisivo sulla società coi tempi che corrono eccetera eccetera eccetera, anche perché il fatto è stato validamente analizzato in tale ottica qui: ci tengo però a specificare che, prima di sentirmi svilita come donna, mi sento svilita come essere umano, dato che mi riesce assolutamente inconcepibile l'idea che qualcuno possa essere attratto dalla stupidità e/o ignoranza. De gustibus non disputandum est 'sta ceppa. Mai come ora ho voluto confidare nell'equazione TV = falsità. Eppure, eppure... lungi dal voler difendere l'indifendibile, devo riconoscere una cosa. Un programma che "aiuta" ad essere belle non sarebbe oggettivamente un cattiva idea (mi sembra che ciò sia stato precedentemente fatto con Plain Jane, su MTV, che io non conoscevo prima dello scandalo): diciamocelo, ragazzi, non siamo tutti belli. A dispetto delle immagini che girano su Internet che vedono donne d'ogni forma e dimensione affiancate da scritte intrise di ipocrisia politicamente corretta come "siamo tutte bellissime" et similia, no: non siamo tutti belli. È vero: la bellezza è un campo d'azione estremamente vasto e soggettivo, quindi ciò che piace a me può non piacere a te e viceversa, ma disgraziatamente ci sono... mmm, cose che non piacciono a nessuno (ometto consapevolmente il quasi). Perché stonano con la mentalità comune della società in cui, volenti o nolenti, nasciamo; perché appaiono sgraditi ai nostri occhi affamati d'armonia; perché sono il fenotipo di un disagio fisico o interiore; insomma, non esistono le due categorie "brutti" e "belli", ma in questa enorme gamma di sfumature c'è anche chi sta agli antipodi. E c'è anche chi deve cambiare: una donna obesa o anoressica, per esempio, non è semplicemente qualcuno con un corpo diverso dalle altre, ma qualcuno con una malattia che va curato a tutti i costi, non perché la si vuole far rientrare negli opprimenti e onnipresenti "canoni della società", ma semplicemente perché la sua non è una diversità, è un disagio fisico e psicologico ancor più. Le femministe hanno combattuto tante e giuste battaglie (siano eternamente lodate le suffragette del primo Novecento, per esempio) e continuano a farlo ancora, anche se a volte compiono anche loro degli svarioni: è per questo che non mi piace che una qualsiasi portatrice di fodero debba ergersi a rappresentante di tutte le altre, che si tratti di Belén o chicchessia. Il femminismo è, secondo il dizionario, quel movimento che vuole l'uguaglianza tra uomo e donna. Fine che dovrebbe essere condiviso da tutti (e tutte: ci tengo a specificare dato che in alcuni blog femministi si è diffusa l'aberrante usanza di sostituire le desinenze maschili con asterischi qualora esse implichino la presenza di entrambi i sessi; ragazze, capisco le vostre ragioni, ma sinceramente preferisco la discriminazione linguistica al suicidio oculare), ma che ognuna vede in maniera così diversa che credo sia impossibile che esista un'unica bandiera sotto la quale riunirci e in nome della quale combattere. Non condivido, per esempio, la protesta di alcune spagnole che vanno in giro coi pantaloni sporchi di sangue per denunciare "l'invisibilità delle mestruazioni" e la vergogna che da esse deriverebbe: io non penso che vi sia vergogna da parte delle donne, semplicemente naturale senso del pudore. Nessuno, uomo o donna che sia, si sognerebbe mai di vantarsi di aver appena urinato o cose simili (se non goliardicamente, o almeno si spera). Francamente, ho spesso trovato che certe donne, più che conquistare gli stessi diritti degli uomini, volessero diventare tali e quali a loro, e acquistarne indifferentemente pregi e difetti senza discernimento e analisi personale: vedi quelle che vorrebbero sdoganare i rapporti tra donne mature e uomini giovani in virtù della presunta asserzione della società a tali rapporti se compiuti da uomini maturi e donne giovani. In questo caso, magari, non sarebbero stato giusto... mmm, educare gli uomini e non diseducare le donne? Ognuno fa ciò che vuole del suo corpo e della sua vita sessuale, s'intende, ma non si può negare che un rapporto tra ventenne e cinquantenne, a prescindere dai sessi, suoni molto strano.
Insomma, la conclusione è questa: lottate per ciò che volete, ma non pensate che la vostra sia una verità universale; non credete che chi sia contrario al cognome della madre per i bambini sia necessariamente vittima di una società maschilista e bisognoso di essere riportato sulla retta via, né che chi sceglie di non sposarsi sia stato necessariamente trascinato dalla moda del momento; considerate gli altri come persone indipendenti, capaci di decidere per sé e in pieno possesso delle proprie facoltà mentali; considerate, insomma, le idee degli altri come vostre pari e diverse, non come deviazioni della verità assoluta di cui vi fate portatori, qualunque sia la vostra ideologia. Siate orgogliosi di ciò che siete e, se possibile, piuttosto che scatenare guerre inutili, tornate sui vostri passi e prendete dagli altri ciò che ritenete meglio, ma soprattutto assumetevi le responsabilità delle vostre azioni. La perfezione è un traguardo irraggiungibile, ma è a quello che, per una masochista legge di natura, dobbiamo tendere.

Ecco cosa succede quando si incontrano il trash, la femminilità e i giapponesi.

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