giovedì 29 maggio 2014

Ex ore exemplum

Ok.
Ci ho provato.
Che non mi si dica che non c'ho provato.
Ho provato a far tacere il mio subconscio (il quale, dopo aver fatto valere il suo diritto di secessione dalla mia personalità, ora si fa chiamare Indy* e risiede stabilmente sulla mia spalla sinistra), a cui sussurravo eddai, essù, e non te la prendere, ma alla fine niente. Lo spirito di Mara Maionchi se ne è definitivamente impossessato e ora il mio orecchio sinistro è arroventato da una sequela di improperi in più lingue diverse, alcune delle quali rimaste perfino sconosciute all'uomo, che mi curo di non trascrivere per non turbare i bambini sensibbbili, i pensionati e le donne in gravidanza. Orsù, perché tanto livore? È presto detto: la visione del trailer di "Maleficent", film Disney con Angelina Jolie in uscita al cinema in questi dì. E dove sta il problema, direte voi. E non ve ne siete ancora accorti, dirò io.
Il film si chiama Maleficent. E io non ho visto il trailer in inglese.
E come si chiamava la cattiva de "La bella addormentata nel bosco" nella versione italiana?
Indy: - Malefica. Che razza di domande.
Ecco, appunto. E come viene chiamata nel trailer e (da ciò si deduce) nel resto del film? Malefica.
Io non riesco seriamente a capire perché non sia stato cambiato il titolo anche al film. Non riesco a vedere nemmeno il più fioco barlume di coerenza in tutto ciò. In Francia e in Spagna, per esempio, il nome è stato tradotto nelle rispettive lingue: perché questo da noi non è successo? Cos'è, i nostri distributori temevano un'ondata di battute sconce basate sulla seconda metà del nome italiano? Spero che sia questa la risposta, dato che francamente è la più accettabile che io sia riuscita a trovare in ben cinque minuti di pensatoio. L'altra finalista invece era l'opzione che il nome non fosse stato tradotto per rendere tutto più internescional, ché noi ormai siamo nell'era di Internet, della globalizzazione, degli scambi facili, immediati e veloci e chi vuoi che se ne freghi di tradurre in italiano un nome che già in inglese rende bene l'idea perfino se viene sussurrato ad un pesce?
Io, prego. Io me ne frego. E per una questione di principio.
Perché io non sono né troppo ignorante né troppo pigra per tradurre, ma, se volessi avere a fare con la lingua dei Britanni, vedrei direttamente il film in inglese, no? Perché oggi si tratta del titolo di un film e sembra che io stia sollevando un polverone per nulla, ma basta fare un piccolo tuffo nel mare magnum della Rete per scoprire che, per esempio, i tanto idolatrati meme che andavano di moda l'anno scorso in Italia riportavano, sotto le ben note faccine, le frasi originali inglesi, cosa che invece non accadeva in quelli dei nostri cugini d'Oltralpe, i quali sono tra l'altro pure famosi per la loro puzza sotto il naso quando si parla di purismo linguistico (l'altra puzza, invece, riguarda quella delle baguette sotto le ascelle). Gli esempi che potrei fare sono pressoché infiniti, ma non voglio che questo post si trasformi in una crociata contro l'inglese, giacché a quest'ultimo non ho assolutamente nulla da rimproverare: siamo noi italiani, che padroneggiamo più o meno (diciamo più meno che più) bene la lingua primogenita dei divini greco e latino e poi vogliamo saccheggiare a pieni mani l'anglico linguaggio, ad avere la colpa. Come se noi non avessimo una personalità nostra e una lingua sufficientemente versatile! Cos'ha l'italiano in meno rispetto all'inglese? Non è la nostra la lingua universale, è vero, e una conoscenza base dell'inglese è necessaria a tutti a prescindere dalla propria futura professione e dal ruolo che si rivestirà nella società, ma inglesizzare tutto è una cosa sbagliata, perché significa stravolgere due lingue. Noi non siamo i Paesi scandinavi, in cui l'inglese convive fianco a fianco con la lingua madre da diversi anni, e tuttavia anche loro hanno bene a mente la distinzione tra le due lingue: perché, insomma, creare un mer(d)aviglioso ibrido fra le due quando puoi averle pure entrambe? Quello di "lingua" è un concetto estremamente dinamico e l'italiano, idioma di una patria per secoli calpestata da calzari stranieri, sa bene di cosa si parli: anno dopo anno, dominazione dopo dominazione, abbiamo assorbito silenziosamente una parola dietro l'altra, ma l'abbiamo assorbita consapevolmente, attivamente, anche modificandola se necessario. Quella di oggi, inutile specificare, è un'assimilazione passiva, frutto di un'assoluta indifferenza al reale valore di ciò che è già posseduto e di ciò che bussa alla porta, accolto a braccia aperte solo perché si tratta della novità, mero oggetto di un comportamento diffusissimo ma probabilmente fermo all'età adolescenziale. Dov'è finito l'amor proprio? Non la tronfia vanità e l'inconcepibile pretesa di essere i migliori in assoluto, ma l'attaccamento a ciò che ci è proprio e in mezzo al quale siamo nati. Sapevo che i miei connazionali avevano la spiacevole tendenza a denigrare le cose di casa propria (sì, insomma, lo sapevamo che questa tendenza tutta italiana del lamentarsi sempre e comunque doveva pur andare a parare da qualche parte, no?) ed ero in un certo senso preparata, ma... insomma, quando accade qualcosa di amaro, non si è mai abbastanza pronti. Ragazzi, imparate le lingue, ché sono belle e vi fanno conoscere popoli, pensieri e culture, preferitene qualcuna se lo desiderate, ma non cercate di mischiarle per pura pigrizia. Altrimenti poi non ci sarà più nessuno da chiamare barbaro!
Ho scritto questo in un giorno particolare: la vigilia del mio esame orale di inglese e il presunto compleanno di Dante. Ecco, ricordiamoci che circa settecento anni fa il Sommo Poeta stava scrivendo (e terminando) il Purgatorio. E una lingua che vanta Dante fra i suoi primi fruitori e promotori può tutto e anche di più.

P.S. Menzione d'onore al mio magister che mi ha suggerito di sostituire l'abusatissimo termine "ship" in riferito alle coppie di libri, film, fumetti etc. con "arruffianare". Suona benissimo.

*Indy come "Indiana Jones".
O come "India".
O come "indipendenza (sottinteso: da una deficiente)".
Nah, come "Indiana Jones".

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